Iran, la Cina chiede dialogo e resta in disparte. Per Pechino il nodo è lo stretto di Hormuz
Xi Jinping: “Il conflitto non è la soluzione ai problemi”. Il 90% delle esportazioni petrolifere iraniane ha destinazioni cinesi, ma Israele è il secondo partner commerciale
18 Giugno 2025Aggiornato alle 14:442 minuti di lettura
PECHINO – Ha iniziato lo scorso venerdì Fu Cong, l’ambasciatore cinese all’Onu, condannando “le azioni di Israele che violano la sovranità, la sicurezza e l’integrità territoriale dell’Iran”. Poi sabato è stato il ministro degli Esteri Wang Yi a prendere il telefono e chiamare i suoi omologhi iraniano e israeliano, ribadendo il concetto. Infine ha parlato direttamente il leader Xi Jinping, martedì da Astana, in Kazakhstan, dove si trovava per il forum Cina-Asia centrale: “La Cina è profondamente preoccupata per la situazione in Medio Oriente. Il conflitto militare non è la soluzione dei problemi”.
Evitare il coinvolgimento diretto
Pechino “entra” nella crisi, ma solo a parole. E torna invece ad esortare i Paesi “con particolare influenza su Israele”, cioè l’America, affinché facciano pressioni per arrivare ad una de-escalation. “Nonostante gli interessi economici, la Cina si guarda bene dall’intervenire in modo più diretto in una zona così ‘complicata’ come quella mediorientale”