Approfondimento

Il Conclave: come funziona, quali sono le tappe, chi vi partecipa

Sono 135 i cardinali elettori chiamati a eleggere il successore di Papa Francesco: 108 sono stati nominati da Bergoglio. Per avere il nuovo Papa serviranno i 2/3 dei voti

“Extra omnes”: fuori tutti. 

È la frase con cui si sigilla l’inizio del Conclave, il procedimento che porta i cardinali elettori, isolati dal resto del mondo all’interno della Cappella Sistina, alla scelta del nuovo Papa. 

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“Come è stato ufficialmente annunciato, Sua Santità papa Francesco è entrato nella vita eterna questa mattina alle ore 7:45”. Così recita la lettera di convocazione alla prima Congregazione generale del decano del collegio cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re. Nella lettera di convocazione della congregazione, il cardinale Re scrive che “in conformità al n.19 della Costituzione apostolica Universi dominici Gregis, convoco formalmente i cardinali elettori alle Congregazioni generali del Collegio cardinalizio, previste durante la vacanza della Sede apostolica e in preparazione al Conclave”.

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Al momento gli aventi diritto al voto sono 135 e non è escluso, come avvenuto in passato, che possano essere concesse deroghe alla norma. Gli elettori effettivi sono i porporati con meno di 80 anni. Attualmente, dei 253 cardinali, 140 sono sotto questa soglia di età. 

I cardinali elettori durante il periodo di voto trovano sistemazione presso Santa Marta – dove vengono fatti alloggiare dal 2005 – dove è fatto divieto di utilizzare qualsiasi dispositivo o mettersi in contatto con l’esterno. Per tutti è prevista una stretta vita comunitaria all’interno di un salone con un unico piatto a pranzo e a cena: norme simili e cambiate leggermente nel tempo rispetto a quelle dei primissimi conclavi (il primo risale al 1270).

Ogni cardinale indossa la veste rossa, il rocchetto che è la sopraveste bianca, la mozzetta, cioè la mantellina corta che copre le spalle, e la berretta, cappello di forma cubica con tre alette rigide e fiocco sulla parte superiore.

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Fumata nera. Fumata bianca 

Prendendo atto del fatto che il progresso tecnologico nel campo delle telecomunicazioni esponeva la segretezza del conclave a nuove possibili violazioni, la Universi Dominici Gregis ha vietato espressamente le intromissioni di giornali, radio e televisione. Il conclave del 2005 ha visto, in fase preparatoria, l’introduzione di sofisticate tecnologie per rilevare la presenza di dispositivi di intercettazione nei locali soggetti a clausura.

Una volta chiusi all’interno della Cappella Sistina, inizia la votazione: il nome del prescelto viene indicato su una scheda sotto la frase ‘Eligo in Summum Pontificem’: ogni singolo cardinale elettore, con la scheda piegata e ben visibile, adagia la propria scheda su un piatto in argento poggiato sopra l’urna, facendolo scivolare all’interno.

Conclusa la sessione di voto, i primi due scrutatori aprono e leggono in silenzio il nome scritto sulla scheda, mentre il terzo pronuncia il nome: a quel punto, alla fine, le schede vengono forate, legate insieme, e quindi bruciate all’interno della stufa. Se nessuno raggiungerà i due terzi di voti, verrà aggiunta alle schede da bruciare una miscela di perclorato di potassio, antracene e zolfo, che colorerà il fumo di nero: nulla di materiale può rimanere sull’elezione del nuovo Santo Padre.

Ogni giorno ci sono due fumate: una alla fine della mattina intorno alle 12 e l’altra alle 19.

Se invece l’elezione sarà giunta a termine, il decano si rivolgerà al candidato eletto per chiedergli se accetta o meno l’incarico e quale sarà il nome scelto. Solo a quel punto verranno bruciate le schede aggiungendo a carte e combustibile una miscela clorato di potassio, lattosio e colofonia
che annuncerà, con il colore bianco e dal comignolo della cappella Sistina, l’elezione del nuovo Papa. 

Dopo la 33esima o 34esima votazione si passa direttamente, e obbligatoriamente, al ballottaggio fra i due cardinali che avranno ricevuto il maggior numero di voti nell’ultimo scrutinio. Anche in questo caso, però, sarà sempre necessaria una maggioranza dei due terzi. I due Cardinali rimasti in lizza, inoltre, non potranno partecipare attivamente al voto. Se per un candidato i voti raggiungono i due terzi dei votanti, l’elezione del Pontefice è canonicamente valida.

Ci vollero due giorni per l’elezione di Papa Francesco, a ridosso della Pasqua e con le dimissioni di Ratzinger arrivate da un mese.

Il Conclave finisce ufficialmente con l’arrivo del nuovo vescovo di Roma e capo della Chiesa Cattolica nella Cappella Sistina, con indosso i paramenti bianchi. Sarà il cardinale protodiacono a dare l’annuncio dell’elezione dalla loggia centrale della basilica di San Pietro, con la frase “Nuntio vobis gaudium magnum”, ossia “Vi annuncio con grande gioia”. 

Giovanni Paolo II ha introdotto poi una nuova tradizione, che prevede qualche parola ai fedeli pronunciata dal nuovo papa subito dopo la sua apparizione davanti ai fedeli e ai giornalisti provenienti da tutto il mondo che davanti al Colonnato di San Pietro hanno atteso magari per giorni questo momento. Papa Francesco verrà ricordato anche per l’esordio con il suo “Fratelli e sorelle, buonasera”.

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