Emergenza idrica – Le verita’ del Generale Jucci

di Giovanni Ciancimino


“In Sicilia, durante gli ultimi quarant’anni, tutti gli interventi, sono stati varati a pioggia, sia per le acque potabili sia per quelle irrigue. E’ necessario imboccare una strada maestra, un programma sicuro che deve essere seguito passo dopo passo. Sarà necessario gestire bene queste ricchezze: esiste una molteplicità di enti che rendono ancora più difficile la gestione”. Tratto dall’audizione del generale Roberto Jucci commissario per l’emergenza idrica in Sicilia, in commissione Agricoltura della Camera il 18 ottobre 2001. Da allora fino ad ora sono passati 22 anni senza che sia stato varato un nuovo piano da seguire senza distrazioni. Se si aggiungono i 40 anni precedenti segnalati da generale, suona condanna per la classe politica regionale l’inerzia di ben 63 anni della gestione idrica in Sicilia.
Eloquenti alcuni dati ricavati con pignoleria da carabiniere con visite personali effettuate dal generale sui luoghi. Anche sorvolandoli in elicottero. Nel 2001 gli invasi esistenti in Sicilia avevano una capacità di 1.120 milioni metri cubi, dei quali invasabili 591 milioni. Nella Sicilia occidentale, la più assetata, allora i laghi invasabili erano 24 con capienza teorica di 659 milioni di metri cubi, ma se ne invasava solo il 59%. Fra l’ altro, nel 2001 alcune dighe erano incompiute malgrado i lavori fossero iniziati nel 1970. Ed ancora, non essendo stati effettuati annuali spurghi, in alcuni invasi si era formato interramento di fango e melma per un totale di 80 milioni di metri cubi.
Le condotte di adduzione per il potabile e le canalizzazioni per l’irrigazione “un colabrodo”. In aggiunta, le immancabili complicazioni burocratiche e le norme farraginose, dal capitolato di appalto all’esecuzione dei lavori hanno provocato ritardi fino a tre anni.
Dopo avere letto il verbale delle audizioni del 2001 in commissione Agricoltura non si può non avere sdegno, a 23 anni di distanza, per la rinnovata richiesta di emergenza in presenza degli stessi problemi del 2001 e dei precedenti 40 anni. E provare vergogna per il ceto politico siciliano ove le verità scomode in Sicilia le vedano e le denuncino generali dei carabinieri come Dalla Chiesa e Jucci, o magistrati come Falcone, Borsellino e di recente il Procuratore De Lucia. Come dire che di fronte al malaffare la politica sembra cieca, sorda e muta. Al generale Jucci non è stato concesso il bis del mandato: il suo programma faceva paura alla politica!
Ora il presidente a Schifani ha di fronte due problemi da risolvere: quale commissario per l’adozione di provvedimenti urgenti per l’emergenza; quale presidente della Regione per i problemi strutturali che richiedono tempo per il riscatto di 63 anni di inerzia della politica. Fatte le dovute differenze epocali, quale testimonianza dell’unica vera esperienza sulla perenne emergenza idrica, la bussola del generale sembra calzante.

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