I fondi per la salute non bastano, curarsi è un diritto di tutti”. Le associazioni si riuniscono a Catania per protestare
di Emilio Raciti
CATANIA – Venerdì 19 gennaio scorso, a Catania, riunite le associazioni del catanese per dire al ministro della salute Schillaci che: “I dieci milioni di euro annunciati sono solo briciole, non bastano”. A riunirsi come un unica forza il centro clinico “Aleteia” di Enna e Catania, l’UdU unione degli universitari e l’associazione di volontariato “La stella danzante”. Curarsi non può e non deve essere un privilegio riservato a pochi ma una solida certezza per tutti.
Le organizzazioni, riunitesi in via Etnea, sostengono con non poche difficoltà, spesso tassandosi perché i vecchi fondi sono già
insufficienti, coloro che hanno purtroppo scoperto cosa vuol dire essere affetti di “DCA”, le loro famiglie incoraggiando anche i progetti e le aspirazioni dei loro cari. Catania è quindi una delle ventotto città italiane a chiedere più fondi e strutture per la cura, ma soprattutto l’inserimento nei nuovi Lea dei disturbi del
comportamento alimentare come capitolo autonomo”. Il precedente fondo,
quello stanziato nel 2022 in prima trance di 15 milioni di euro e successivi 10 milioni di euro nel 2023 (quindi un totale da 25 milioni
di euro) non è stato rinnovato nell’ultima manovra. Una decurtazione
di oltre il 50 per cento non può che lasciare l’amaro in bocca ed al di là delle promesse del ministro, ulteriori somme aggiuntive (solo
qualche milione probabilmente) sono considerate insufficienti, a dir poco. Le associazioni precisano che già nel 2023 lo stesso
stanziamento non ha garantito la metà delle cure ed assistenza necessarie, le liste di attesa si sono allungate ma gli affetti da questa patologia aumentano a dismisura. L’unica salvezza per tante famiglie che fanno i conti a causa dei DCA resta il ricorrere al privato, con costi inaccessibili. “Una struttura residenziale al nord (sono infatti poche quelle che sono sorte al sud, solo qualcuna in Sicilia aperte dallo stesso centro clinico a Catania ed Enna) privata costa dai 280 ai 300 euro al giorno e i ricoveri possano durare mesi e mesi”. “Ci sono famiglie di persone affette da disturbi alimentari che per poter farle curare si sono vendute casa”. Tradotto in soldoni è
necessaria una risposta dal ministero affinché strutture e specialisti possano garantire le cure necessarie. Il fiocchetto viola, simbolo adottato dagli affetti dei disturbi alimentari, torneranno il
15 marzo prossimo ed il 2 giugno per la giornata nazionale dei DCA.